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FAQ
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Cos'è lo yoga?
Lo yoga è una disciplina dalla tradizione antichissima nata in India più di 6000 anni fa. Il termine deriva dalla radice sanscrita 'yug' che significa unire, legare assieme.
Obiettivo dello yoga è di sostenere ciascuno di noi a raggiungere il suo proprio potenziale più alto, creando un perfetto equilibrio tra corpo, mente e spirito.
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Quali sono i benefici dello yoga?
Con lo yoga miglioriamo la qualità della nostra vita riducendo i livelli di stress e stanchezza di cui carichiamo mente e corpo. Ecco alcuni tra i principali benefici dello yoga:
• allunga i muscoli;
• migliora i problemi posturali;
• dona alla colonna vertebrale forza e flessibilità;
• aumenta il raggio di movimento articolare;
• migliora la circolazione;
• incrementa la forza;
• migliora mobilità, agilità e resistenza;
• migliora equilibrio e coordinazione;
• coinvolge la mente e accresce la consapevolezza del corpo;
• riduce lo stress, allevia la tensione, aumenta l’energia.
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Che differenza c'è tra yoga e ginnastica?
Lo yoga non è solo una questione di allenamento fisico. Le posizioni, chiamate 'asana', sono uno degli aspetti dello yoga. Ciò che contraddistingue la pratica yoga dai consueti esercizi di ginnastica, o da altre discipline di fitness, è la
consapevolezza. Essere consapevoli significa essere immersi completamente nell’ascolto di ciò che sta avvenendo. Lo yoga connette il movimento del corpo e le fluttuazioni della mente al ritmo del nostro respiro. Lo sguardo si dirige all’interno e come il corpo diventa più flessibile, giorno dopo giorno, così accade alla mente.
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E' richiesta una preparazione specifica per lo yoga?
No. Il percorso yogico è rivolto a tutti. Le lezioni non sono una competizione, non esiste un allievo più bravo di un altro. La pratica è personale a livello fisico, mentale e spirituale. Occorre essere sempre consapevoli dei propri limiti e rispettare questi amorevolmente.
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Posso praticare yoga anche se non sono flessibile?
Certo. La pratica dello yoga aiuta a rendere il corpo più flessibile, ad incrementare forza e coordinazione, migliorando la salute dell’apparato cardiocircolatorio.
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Ci sono limiti di età per lo yoga?
No. Non ci sono limiti di età per praticare lo yoga.
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Se ho qualche problema di salute posso fare yoga?
Prima di iniziare a praticare consultare sempre il proprio medico soprattutto in caso di sovrappeso, uso abitudinario di medicinali e particolari patologie. Lo yoga, in nessun caso, si sostituisce all’intervento di un professionista. L’insegnante deve essere informato del problema prima dell’inizio della lezione in modo da poter proporre delle varianti alle asana che verranno svolte.
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Esistono diversi livelli di classi di yoga? Quali lezioni sono adatte ai principianti?
Le classi sono miste e non presentano differenti livelli. La presenza continua degli insegnanti in sala permette una gestione di gruppi eterogenei ed un costante monitoraggio degli allievi. Siate pazienti e concedetevi il tempo per progredire senza fretta: 'Pratica senza volere nulla e tutto verrà. Pratica yoga per capire il cambiamento!'.
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La scelta delle asana di una lezione viene fatta a caso?
No. La sequenza delle posizioni è pensata per garantire un esercizio bilanciato del proprio corpo. Tranne per alcuni stili di yoga (es: ashtanga), caratterizzati dall'esecuzione di una sequenza prestabilita di asana, le lezioni sono sempre diverse e la serie delle posizioni viene decisa dall’insegnate in funzione dell’obiettivo della lezione stessa (es: lezione ristorativa rivolta al rafforzamento ed allungamento muscolare, la postura e l’allineamento, etc...).
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Posso mangiare prima della pratica?
L’ideale è svolgere la pratica a stomaco vuoto. E' sempre meglio attendere almeno due ore dall’ultimo pasto poichè la digestione richiede energia e praticando dopo aver mangiato quell’energia viene inidirizzata ai muscoli del corpo che si stanno sollecitando causando così un’errata digestione. Durante la pratica non si beve.
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Quante volte a settimana dovrei praticare?
Nella pratica dello yoga occorre costanza: questa è la chiave di tutto! L’ideale è praticare tutti i giorni lasciandone uno di riposo. Se si è agli inizi, e praticare tutti i giorni risulta stancante, consigliamo una pratica regolare di almeno n. 2/3 volte a settimana.
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Cos'è la 'Sadhana'?
Dalla radice sanscrita ‘sadh’ che significa ‘cercare l'obiettivo’, per Sadhana si intende il mezzo per realizzarsi al meglio. Rappresenta la pratica personale regolare e giornaliera di yoga, meditazione ed esercizi correlati, ed è un'auto-disciplina. Nonostante possano arrivare molte sfide a bloccare questa pratica costante tra i quali sonno, stanchezza, lavoro, doveri, responsabilità, etc., per ognuna di queste che vinciamo otteniamo forza di volontà, sicurezza e capacità di concentrazione. Non è un risultato da poco. Un elemento del processo della Sadhana è l'impegno. Yogi Bhajan ha detto una volta: ‘Il 90% della pazzia di oggi proviene da una mancanza di impegno e capacità di impegnarsi. Gli impegni stabiliscono il valore del se'. Dice Yogi Bhajan a proposito della Sadhana: ‘La più grande ricompensa nel fare la Sadhana è che la persona diventa incapace di essere sconfitta. La sadhana è una vittoria personale ed è una vittoria sul tempo e sullo spazio'. Un esempio di Sadhana può essere la pratica di 'Surya Namaskara', 'Saluto al Sole': ‘surya’ in sanscrito ‘sole e ‘namaskara’ 'saluto'. E' considerata una sequenza completa in quanto lavora su tutti i muscoli del corpo. Si tratta di una serie di n. 12 posizioni che vengono eseguite in modo fluido, dinamico, coordinando il respiro al movimento del corpo. E’ forse la pratica di yoga più conosciuta al mondo nonostante ne esistano diversi tipi la cui sequenza, a seconda dello stile di yoga di riferimento, può presentare delle varianti nelle posizioni. Quando va fatto? Il saluto al sole, come dice la parola stessa, è un inno alla nuova giornata che inizia. Praticarlo ogni mattina, appena svegli, significa simbolicamente salutare il sole che c’è in cielo (anche se piove o nevica!) ma, soprattutto, salutare il sole che vive dentro di noi, la nostra energia vitale. Se eseguito quotidianamente n. 3/6 ripetizioni possono essere sufficienti a seconda anche del grado di preparazione fisica e dal tempo che si desidera dedicare allo yoga. Qui sotto viene riportato un esempio di Sadhana con la versione del Saluto al Sole più conosciuta e solitamente insegnata nei corsi di Hatha Yoga.
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Clicca qui per scaricare un esempio di Sadhana da poter praticare giornalmente.
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Clicca il tasto qui sotto per per ascoltare la pratica guidata del Saluto al Sole.
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Cosa sono i 'Mantra' e perché si cantano?
La parola 'mantra' deriva da due parole sanscrite: 'man' che significa 'mente' e 'tra' 'strumento'. Quindi, letteralmente, significa 'strumento per la mente'. Un detto dei Veda, antichissima raccolta di testi sacri appartenenti alla civiltà Indù, afferma: 'La parola è l'essenza dell'umanità'. Tutto ciò che l'umanità pensa e diventa in ultima analisi è determinato dall'espressione di idee, azioni, attraverso la parola e la scrittura suo derivato. Le idee rimangono tali fino a quando non vengono create attraverso il potere della parola. I mantra sono energia basata sui suoni. Ogni parola produce una vibrazione fisica. Se alla vibrazione della parola viene aggiunto un intento mentale questo influenzerà il risultato della recitazione del mantra. Il suono è l'onda portante e l'intento, sovrapponendosi all'onda, lo influenza. Tutto nell'universo è fatto di energia e tutto vibra ad una propria frequenza specifica. Ognuno di noi è fatto di energia che vibra ad una frequenza particolare così come tutto ciò che desideriamo entri a far parte della nostra vita. I mantra ci aiutano a modificare le nostre vibrazioni in modo da essere in risonanza con ciò che vogliamo sperimentare. Seppur i mantra venissero considerati originariamente come una formula di una più vasta serie di preghiere, il mantra non è una vera e propria preghiera. Con la preghiera noi chiediamo qualcosa mentre con il mantra cerchiamo di avvicinarci al divino. Secondo gli insegnamenti vedici: 'Un mantra ha il potere di farci accedere alla coscienza cosmica, alla supercoscienza e dona libertà, illuminazione e immortalità'. Cantare un mantra con devozione e concentrazione ha un’influenza armoniosa sull’intero corpo e mente. E' anche un modo per definire l'inizio e la fine della pratica considerati momenti di raccolta, di devozione e concentrazione con noi stessi, sperimentando un senso di profonda pace e gioia come può avvenire anche con altre forme di meditazione.
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Clicca qui per scaricare il testo dell''Ashtanga & Mangala Mantra', i mantra di apertura e chiusura pratica.
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Clicca il tasto qui sotto per per ascoltare l''Ashtanga Mantra'.
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Perché si canta 'OM'?
L''Aum', traslitterato come 'Om', è la parola sacra per eccellenza, la sillaba mistica che esprime l'essenza di Dio. Om rappresenta l’energia cosmica allo stato puro, il suono primordiale che ha manifestato e dato origine all'Universo. E’ il mantra più sacro e rappresentativo della religione induista denominato 'pranava': 'pra' 'prima', 'nava' da 'na' 'suono'. La ripetizione dell’om è in grado di svuotare la mente preparandola alla pratica e alla meditazione. Le lezioni iniziano con la vocalizzazione dell’om perché la nostra intenzione sia il risveglio e la celebrazione della scintilla divina che caratterizza l’essere umano, il suo essere uno con l’uno e con il tutto, oltre ogni inizio e fine, il tempo e qualsiasi dimensione. Alla recitazione dell’om si devono concentrazione, rispetto, per questo si antepone e pospone un momento di silenzio interiore ed esteriore. Non bisogna interrompere la vocalizzazione del mantra om per evitare di disturbare e distrarre un momento di ricerca di unione tra umano e divino. L’om non deve essere una sorta di 'belato'. La vibrazione del mantra avviene con un’esalazione prolungata che dovrebbe partire dall’ombelico in modo leggero, armonioso, profondo, aumentando progressivamente verso l'alto fino a dissolversi oltre il capo. Quando i polmoni sono vuoti si inspira silenziosamente attraverso il naso per poi riprendere l’esalazione. L’om viene avviato dall’insegnante cui tutti si accodano immediatamente dopo l’inizio della sua vocalizzazione. Esso non va forzato, mormorato, gridato, pronunciato con tono troppo alto distraente per gli altri poiché il suo scopo è quello di esprimere un momento di raccoglimento e ricerca di intima unità.
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Cosa significa meditare?
Il meditare è una azione che porta alla meditazione ovvero ad uno stato dell’essere in cui si è totali. Questo stato è raggiungibile tramite infinite vie ed esistono molte tecniche utili a raggiungerlo ma tutte hanno bisogno di una disciplina per fiorire. La meditazione significa essere pienamente presenti nelle nostre azioni, pensieri ed emozioni. Per fare ciò abbiamo bisogno, come prima cosa, di dare un 'giochino' da fare alla mente a questo scopo, e non solo, esistono le tecniche. Con una tecnica di meditazione incanaliamo il nostro pensiero nonché la nostra energia in una unica direzione. Questo fa sì che mentre la nostra attenzione è totalmente rivolta verso un qualcosa si presentano pensieri o cose che ci distolgono da essa. A questo punto è importante riportare la nostra attenzione nel nostro intento e continuare in ciò che ci siamo proposti. L’osservazione delle distrazioni che ci arrivano a riguardo ci fanno intuire che l’origine stessa di esse risieda in qualche parte inconscia di noi stessi. Questo primo campanello di allarme che suona ci fà intuire come siamo molto più complessi e subdoli di quanto immaginiamo. Se pensiamo di conoscerci in verità non è vero del tutto. Conosciamo, infatti, solo una parte del nostro essere, quella parte che il cervello ed altri organi di senso ci permettono di vedere, la nostra parte conscia. Durante la pratica della meditazione emergono informazioni che normalmente il nostro cervello filtrerebbe. Coltivando questo stato riusciamo a rimuovere i nostri condizionamenti e giudizi dando voce a ciò che viene chiamato l’osservatore. Lo stato di meditazione può essere raggiunto in qualsiasi momento si voglia a patto che si riesca ad essere totali in ciò che si sta facendo. Pur sembrando una cosa facile non lo è per niente e prima di portare questo stato nella vita quotidiana, abbiamo bisogno di esercizio, mano a mano, vedremo sorgere in noi un’altra voce, la nostra voce più vera. Alcune culture usano sedersi in posizioni particolari o concentrare l’attenzione sul respiro, altre usano la danza, la musica, la preghiera, tutto può essere visto come tecnica di meditazione, la vita stessa. Se nel lavare i piatti lo facciamo in maniera migliore possibile allora staremo meditando, se stiamo camminando cercando di portare l’attenzione sulla nostra camminata allora ugualmente staremo meditando. Se portiamo infine l’attenzione a ciò che la mente pensa allora anche questa volta staremo meditando. Quando dall’inconscio emergono le distrazioni sono quindi parti di noi che si manifestano, ciò che bisogna fare per non influire su di loro è lasciarle esprimere ed osservarle. Avremo modo di capire quali dinamiche abbiano scattato la manifestazione e capire quindi da che esperienza provenga. Le manifestazioni dell’inconscio sono sempre autentiche in quanto non passano attraverso la nostra parte razionale che giudica molto spesso superficialmente cosa è reale e cosa non è. Wcco che può iniziare un cammino di crescita nell’individuo che ha interesse ad ascoltarsi. Mettere in gioco il fatto che esistono cose che non sappiamo crea un apertura, un’espansione che verrà presto riempita da energia e concetti puri che mano a mano inizieranno a cambiare la nostra vita, cambiando il modo di vedere le cose, la nostra alimentazione, il nostro stile di vita. Chi non accetta che esista l’inconscio e che esso sia autentico quanto il lato conscio baserà la propria vita su ciò che già conosce privandosi così della possibilità di crescere, di evolvere.
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Il tappetino yoga: quale scegliere?
Chi pratica yoga spesso sviluppa una stretta relazione con il proprio tappetino. Un tappetino yoga è spesso l’unico accessorio che usiamo nella nostra pratica. Chi era lì con te quando hai iniziato? Il tuo tappetino. Chi era lì quando hai vinto la sfida con l’asana che non riuscivi ad eseguire? Il tuo tappetino. Sì, il tappetino è il vostro partner silenzioso. Assicurati di acquistare un tappetino su cui puoi contare, considera che deve fare quello che dovrebbe fare un buon partner: essere da supporto, non da ostacolo. Quindi la domanda giusta da farci è: perché comprare un buon tappetino di yoga? Molti insegnanti ritengono che aiutandosi nelle posture con accessori come coperte per fornire supporto supplementare aiuta moltissimo a diminuire il carico sulle spalle e le articolazioni e che un tappetino spesso con adeguata presa può anche essere un ottimo modo per proteggere le spalle e il collo. Uno dei dolori che spesso affliggono gli yogi è quello alle ginocchia (fate sempre attenzione durante le asana a come distribuite il peso), spesso dovuto alla posizione a gambe incrociate, in particolare se abbiamo poca apertura e flessibilità nei fianchi e nel bacino: più i fianchi sono stretti nella postura più le ginocchia ne soffriranno. Uno dei modi per rischiare meno nelle posizioni che sollecitano di più il corpo è quello di assicurarsi di avere un tappetino con uno spessore sufficiente per assorbire l’impatto e che abbia abbastanza trazione e assorbimento del sudore in modo che la schiena, spalle o ginocchia non possano scorrere aumentando lo sforzo per non scivolare. Uno spessore adeguato tra te e il terreno significa meno pressione sulle ossa delle articolazioni e assicura che le ginocchia e le anche non battano sul pavimento causando dolore: se il tappetino fosse troppo spesso però non garantirebbe la presa necessaria e, al contrario, se fosse troppo sottile le ossa potrebbero far male a contatto col pavimento. Il tuo tappetino dovrà essere pulito o lavato spesso dato che sudando si riempirà di microbi quindi assicurati che possa essere lavato facilmente e che sia fatto di un materiale non deperibile a frequenti lavaggi. Ma, ovviamente, il punto fondamentale per un buon tappetino di yoga è l’utilità nella pratica: i piedi e le mani non devono scivolare e il tappetino non deve, a sua volta, scivolare sul pavimento. Il materiale di cui è fatto deve permetterti di tenere le asana e di muoverti in sicurezza tra una postura e l’altra. Una sensazione che provo subito su un tappetino non adatto a me è non fidarmi di approfondire le posizioni, mi dà la sensazione di non reggermi, mentre se il tappetino è buono ho fiducia che non scivolerò via e mi sento più fiducioso nelle posizioni sentendo bene il mio corpo. Un buon tappetino ti deve far sentire più stabile. Per quanto riguarda il prezzo dovete rapportarlo alla vostra pratica: più tempo praticherai e più il tappetino dovrà supportarti. Magari prova a pensarlo come un investimento spalmato su anni di pratica e non sembrerà più un prezzo così esagerato. Un’ultima considerazione che come yogi non possiamo non considerare è l’ambiente. La maggior parte dei praticanti di yoga estendono la cura che hanno per sé stessi attraverso la loro pratica anche alla cura dell’ambiente: ci sono molte opzioni di tappetini yoga sostenibili. Un tappetino consigliato che potrebbe racchiudere tutte queste caratteristiche è 'ELEMENT GROW 4 MM - TAPPETINO YOGA IN GOMMA NATURALE' di ReYoga: https://www.reyoga.it/shop/it/tappetini-yoga/super-aderenti/33-58-element-grow-4-mm-tappetino-yoga-in-gomma-naturale.html#/349-lunghezza-standard/390-colore-balanced_soul
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E' possibile fare una lezione di prova?
Si. E' possibile svolgere una lezione di prova, corrispondendo un contributo simbolico di € 5,00 (Euro cinque/00), inviando una e-mail a: info@antarmounaacademy.com (indicando i vostri dati: nome, cognome e recapito telefonico) o contattandoci al numero +39 0287189680.